Non è in questo modo che avrei voluto iniziare a parlare di wrestling su questo sito: purtroppo i riflettori vengono puntati su questo sport/spettacolo per la morte sul ring del lottatore Pedro Aguayo Ramirez, che gli appassionati forse conosceranno con il nome di El Hijo del Perro Aguayo, wrestler messicano di soli 36 anni.
Morte sul ring a Tijuana
Doveva essere una festa: lo show indipendente a Tijuana, che rappresentava per gli appassionati messicani della lotta professionistica l’opportunità per vedere in azione l’ex stella della WWE Rey Mysterio, si è invece trasformata in una tragedia. Durante l’incontro di coppia tra il team formato da Manik e El Hijo del Perro Aguayo e quello di Rey Mysterio e Extreme Tiger, qualcosa va decisamente storto.
Ad un certo punto del match, El Hijo del Perro Aguayo è appoggiato alla seconda corda. Gli appassionati di wrestling sanno bene che quella è la tipica posizione che permette a Rey Mysterio di eseguire la 619, una delle sue mosse più famose. Ma si vede subito che qualcosa non va: Perro Aguayo Jr. è privo di sensi. Manik è accanto a lui e sul web sono presenti dei video che mostrano i suoi tentativi di scuotere il compagno nel tentativo di farlo rinvenire.
Rey Mysterio fa la sua 619, ma non tocca in alcun modo l’avversario non cosciente. L’impatto che ha causato la perdita dei sensi è accaduto poco prima. Probabilmente un forte calcio subito ha provocato un potente colpo di frusta; secondo alcune ricostruzioni il lottatore poi sarebbe finito sulle corde subendo un colpo alla trachea.
I wrestler sul quadrato si rendono conto che qualcosa non va, ma per la regola dello spettacolo che deve sempre andare avanti proseguono il loro incontro, mentre i primi soccorritori arrivano solo al termine del match. Troppo tardi secondo alcuni. I paramedici a bordo ring si sono resi subito conto della gravità delle condizioni di El Hijo del Perro Aguayo, che non ha più ripreso conoscenza: inutile il trasporto all’ospedale Del Prado, dove all’una di notte è stato registrato il decesso.
Altri casi di morte sul ring
Purtroppo non è la prima volta che si verifica una morte sul ring nel mondo del wrestling. E ripeto, avrei voluto iniziare a parlare di questa disciplina in altri toni, esaltandone ad esempio le componenti spettacolari e atletiche. Su questo sport esiste una vera e propria spaccatura delle opinioni: c’è chi lo ama, c’è chi lo odia, c’è chi lo considera un bello spettacolo e chi invece lo definisce una buffonata, dove tutto è finto.
Predeterminato sarebbe il termine più giusto, finto è un po’ eccessivo: quando un atleta cade, anche se sa che deve cadere (e sa anche come farlo), cade sul serio. Il pericolo di un colpo sbagliato è sempre dietro l’angolo e le conseguenze possono essere davvero gravi. Quindi no, finto proprio non è l’aggettivo più azzeccato. Per questo ogni volta che si parla di wrestling in televisione, viene sempre ripetuto di non imitare a casa le mosse degli atleti sul ring.
La morte sul ring di Perro Aguayo Jr è solo l’ultima in ordine cronologico di un elenco troppo lungo. Tra gli atleti più conosciuti che hanno perso la vita durante un match di wrestling ci sono Gary Albright, Michael DiBiase (noto per essere il capostipite di una famiglia di lottatori di successo come “The Million Dollar Man” Ted DiBiase), entrambi colpiti da infarto, e la leggenda giapponese Mitsuharu Misawa, che non si è più rialzato dopo aver subito un suplex. Forse il caso più famoso di morte sul ring è quello di Owen Hart, che ha perso la vita durante un pay per view della WWE (all’epoca si chiamava WWF) cadendo da un’altezza di 24 metri a causa di un malfunzionamento del meccanismo che avrebbe dovuto calarlo dal soffitto al ring.