Le squadre della Serie A sono già pronte a scendere in campo per affrontare il turno infrasettimanale di campionato, ma l’attenzione degli appassionati è ancora rivolta a quanto accaduto del dopopartita tra Atalanta ed Empoli: il match si è chiuso sul punteggio di 2 a 2, ma verrà ricordato soprattutto per il pugno di Denis a Tonelli negli spogliatoi.
La cronaca
Al termine dell’incontro, ci pensa Massimo Maccarone a raccontare quanto accaduto: l’attaccante dell’Empoli ha raccontato che il centrocampista dell’Atalanta Cigarini si è recato nello spogliatoio dei toscani per chiamare Tonelli; quando questo si è avvicinato, alle spalle di Cigarini è arrivato Denis, che con un cazzotto ha colpito il difensore empolese in pieno volto.
Maccarone ha definito il pungo di Denis come il comportamento di un vigliacco, soprattutto in questo periodo dove si parla tanto di violenza negli stadi (il derby di Torino, che ha visto i Granata battere la Juventus, ha dimostrato che c’è ancora tanta strada da fare sotto questo aspetto). Ma, come dice il bomber empolese, se la violenza viene praticata dai protagonisti del pallone, come si può pretendere di correggere i comportamenti sugli spalti?
Le motivazioni
Quando in sala stampa i giornalisti hanno chiesto le motivazioni che avrebbero spinto l’argentino a colpire Tonelli negli spogliatoi, Maccarone ha spiegato che i due avevano avuto degli “scambi di vedute” (fisici e verbali) durante la partita, tanto che lo stesso Denis si era lamentato negli spogliatoi. Maccarone, da buon capitano, ha detto di aver ripreso davanti a tutti il suo compagno. Ma evidentemente il rimprovero secondo Denis non era sufficiente. Maccarone racconta anche che dopo il pungo di Denis, le luci nei corridoi si sono spente: c’è stato un black-out oppure qualcuno ha voluto favorire la fuga del bomber atalantino, facendo presumere che il tutto fosse premeditato?
La difesa di Marino e la denuncia di Tonelli
Pierpaolo Marino, direttore Generale del sodalizio bergamasco, ha provato a spiegare cosa ha spinto il suo attaccante ad aggredire Tonelli: pare che il pugno di Denis sia stata la reazione ad una provocazione messa in atto dal difensore empolese, che avrebbe minacciato di morte l’attaccante e la sua famiglia; il tutto davanti agli occhi del figlio di Denis. Poi Marino ha forse esagerato quando, facendo una battuta per cercare di sdrammatizzare, ha fatto riferimento alle parole del Papa, che disse che se un amico gli offendesse la madre, lui gli darebbe un cazzotto.
Anche se in un primo momento sembrava che non si sarebbe arrivato a tanto, Lorenzo Tonelli ha deciso di denunciare Denis per l’aggressione subita. Il difensore ha anche voluto chiarire di non aver mai minacciato l’avversario, soprattutto in presenza del figlio. Tonelli se la prende anche con il Giudice Sportivo, che ha deciso di squalificare Denis per 5 giornate e il difensore per 1. L’empolese non si capacita di come si possa squalificare qualcuno che subisce un pugno a tradimento da uno che, secondo lui, è un vigliacco che scappa senza avere il coraggio di affrontarlo.
Calciatori-pugili: i precedenti
Il pugno di Denis non è certo il primo episodio di questo tipo che si verifica in campo o negli spogliatoi. Per circa un decennio la Juventus ha potuto contare sulle prestazioni di Paolo Montero, un fortissimo difensore centrale uruguayano, famoso anche per alcuni comportamenti un po’ sopra le righe, come la gomitata a Karpin o il pugno sferrato all’interista Di Biagio. Indimenticabile anche il “cartone” rifilato da Materazzi a Cirillo negli spogliatoi al termine di un Inter-Siena del 2004. Ma purtroppo eventi del genere non sono poi così rari e farne una lista risulterebbe difficile e noioso.