Cosa sta succedendo nel Campionato di serie A per via della situazione economica del Parma?
Attualmente, le partite che il Parma non ha giocato devono considerarsi semplicemente rinviate. Il problema reale però riguarda l’eventuale momento in cui sarà dichiarato il fallimento della squadra.
Con l’esclusione dal campionato, saranno validi i risultati ottenuti nelle prime 23 partite, ma da quell’istante in poi, gli emiliani subiranno automaticamente dei 3 a 0 a tavolino.
Questa norma è ben spiegata nel codice delle “Norme Organizzative interne federali” all’articolo 53: se la squadra completa il girone di andata e successivamente si ritira o viene esclusa dal campionato, le gare da disputare saranno perdute a tavolino. L’esclusione si configura anche dopo 4 rinunce.
Per quanto riguarda il discorso dei punti in gioco, il Parma nel girone di ritorno ha battuto il Chievo, l’Inter, la Fiorentina, ha ottenuto il pareggio contro Cagliari e Roma e ha perso contro Verona, Sampdoria, Cesena, Milan. In ordine temporale, ne trarrebbero “vantaggio” le squadre che devono ancora giocare contro i crociati: Udinese, Genoa, Atalanta, Sassuolo, Torino, Inter, Juventus, Empoli, Palermo, Lazio e Cagliari.
Di chi sono le responsabilità?
Non è mai successo prima d’ora che una squadra di A si ritirasse per fallimento, ma oltre all’operato dei dirigenti, bisogna considerare anche la supervisione della Lega Calcio. La situazione del club avrebbe dovuto destar maggior attenzione, se non addirittura preoccupazione, quando ad esempio, nella stagione 2013/2014, sono stati ceduti 114 giocatori in prestito, tra serie B, prima divisione e seconda divisione.
Inoltre molti addetti ai lavori hanno trovato sorprendente il fatto che la Lega di serie A non abbia preso provvedimenti per evitare lo sciopero degli steward che ha poi provocato il rinvio della partita contro l’Udinese.
Pensando al passato inoltre, si è certi che l’iscrizione del Parma all’attuale campionato fosse da accettare? E che dire della esclusione del Parma dall’Europa League per il ritardo nel pagamento dell’Irpef per una cifra pari a circa 300.000 euro?
Il curatore del fallimento, entro il 19 marzo, cercherà di porre in essere tutte le misure necessarie per consentire alla squadra di ultimare la stagione: con una gestione provvisoria si destinerebbero tutte le entrate alla società calcistica. Ma in tal caso, se i giocatori chiedessero la messa in mora, il Parma finirebbe il campionato con la squadra dei giovani Primavera.
Non sarebbe il primo caso di un fallimento a stagione in corso (come nel caso di Siena e Padova) ma fino ad oggi le squadre in difficoltà erano riuscite a trovare una nuova proprietà o chiudere il campionato prima di ricominciare la gavetta dalla categoria dei Dilettanti.
Quindi, al momento, cosa ci si può aspettare?
Come accennato, il Parma non è fallito finché il Tribunale non si pronuncia e l’udienza è fissata per il 19 marzo. Oltre a questa, ci sono però altre tre istanze di fallimento portate avanti dagli agenti che curano gli interessi di tre calciatori, per un credito di 400.000 euro. La Procura di Parma inoltre sta conducendo una indagine parallela per i reati di truffa e falso verso ignoti, in merito ad alcune fatture irregolari.
Il Parma potrebbe trovare i soldi con l’attuale presidente Manenti o tramite un nuovo acquirente. La situazione attuale è molto grave: la squadra non ha più i pullman, gli spogliatoi, gli steward e l’allenatore della primavera Crespo ha raccontato che ultimamente le docce non erogavano acqua calda. Il 19 marzo prossimo il Tribunale potrebbe decidere di congelare la situazione attuale, consentendo alla squadra di ultimare la stagione con le debite garanzie o dichiarare il fallimento.