Le qualificazioni per il prossimo Europeo che si giocherà in Francia tra due anni sono appena iniziate, ma l’attenzione si è già spostata all’edizione successiva, quella del 2020: Euro 2020 sarà il primo campionato europeo che non sarà ospitato da una sola nazione, ma sarà itinerarante.
La proposta
La proposta di celebrare i 60 anni della competizione con “un Europeo per l’Europa” è stata avanzata dal presidente dell’Uefa Platini in occasione della finale tra Spagna e Italia dell’ultima edizione.
All’inizio l’idea era stata etichettata come la solita sparata, un qualcosa di troppo grande e difficilmente realizzabile, ma con il passare del tempo sempre più membri del Comitato Esecutivo si sono convinti della bontà del progetto al punto che, alla fine, la proposta è stata accettata quasi all’unanimità, con il solo Senes Erzik ad esprimere parere contrario (ma solo perché la sua Turchia era interessata ad organizzare da sola l’intero evento).
I motivi
Naturalmente tra i fattori che hanno spinto il Comitato ad appoggiare e approvare il progetto di Platini ci sono i vantaggi economici: con le partite giocate in diversi Paesi si evitano i grandi investimenti che con la formula tradizionale sarebbero interamente a carico dell’unico stato ospitante e in questo periodo non proprio positivo dal punto di vista economico non sarebbe una cosa semplice. Con una motivazione del genere l’Europeo itinerante può essere considerato una vera e propria misura anticrisi.
Un altro motivo che ha convinto ad optare per la formula proposta dall’ex giocatore della Juventus è rappresentato dall’assenza di candidature credibili: le opzioni erano Turchia (scartata per motivi di sicurezza e perché il Paese aveva presentato una doppia candidatura Europei-Olimpiadi non molto gradita ai vertici Uefa), Scozia-Irlanda-Galles e (non presa in considerazione per le condizioni precarie dell’economia irlandese) e Georgia-Azerbaigan (bocciata per la loro distanza geografica dal resto del continente).
Non è da escludere che con questa nuova formula, Euro 2020 possa rappresentare un grande successo per quanto riguarda il turismo calcistico, con milioni di tifosi che si sposterebbero tra i tredici Paesi che ospiteranno le partite della manifestazione.
Le città
La notizia fresca è che Roma sarà una di quelle tredici città: nella nostra capitale si giocheranno tre partite della fase a gironi e uno dei quarti di finale. La finale si giocherà a Londra (che ospiterà anche le due semifinali). Le altre città coinvolte sono:
- Baku – Azerbaigian
- Monaco di Baviera – Germania
- San Pietroburgo – Russia
dove si giocheranno tre partite dei gironi e un quarto di finale
- Glasgow – Scozia
- Amsterdam – Olanda
- Bilbao – Spagna
- Bruxelles – Belgio
- Bucarest – Romania
- Budapest – Ungheria
- Copenhagen – Danimarca
- Dublino – Irlanda
che ospiteranno tre partite dei gironi e un ottavo di finale.
Il nuovo presidente federale Tavecchio ha sottolineato come la presenza di Roma tra le città di Euro 2020, insieme alla finale di Europa League di Torino della passata stagione e la finale di Champions League che si giochera al Meazza di Milano nel 2016, dimostri come l’Italia sia un importante punto di riferimento per l’intero calcio europeo.