Dopo 22 anni la Costa d’Avorio torna a vincere la Coppa d’Africa; per bissare il successo del 1992, agli Elefanti non sono bastati i 90 minuti regolari e i due tempi supplementari per domare un Ghana gagliardo nella finale di Bata: ai rigori, il protagonista assoluto è stato il portiere Barry. Alle spalle di Costa d’Avorio e Ghana, il podio è completato dal Congo, che ha superato nella finalina i padroni di casa della Guinea Equatoriale.
La finale
La partita conclusiva di questa edizione della Coppa d’Africa non è stata esteticamente stupenda, anche forse a causa della stanchezza delle due squadre (sei partite in tre settimane) che hanno dato al match un ritmo molto spezzettato. Centoventi minuti non sono stati sufficienti per sbloccare il risultato, quindi la partita è stata decisa ai rigori.
Già, i rigori, i crudelissimi rigori: nella prima serie da cinque tiri dal dischetto entrambe le squadre sbagliano due volte (Bony e Tallo per la Costa d’Avorio, Acquah e Acheampong per il Ghana), così inizia una lunga battaglia ad oltranza che viene decisa dai due portieri. Il numero uno ghanese Razak si fa parare il penalty dal collega Barry, che invece non perdona dagli undici metri, regalando il successo alla sua squadra e trasformandosi immediatamente in eroe nazionale.
I campioni
La nazionale della Costa d’Avorio rientrava senza dubbio nel pacchetto delle favorite alla vigilia, insieme proprio al Ghana e, per storia e tradizione, al Camerun. Tra le possibili outsider veniveano indicate l’Algeria, protagonista di un positivissimo mondiale in Brasile e il Gabon.
Come abbiamo detto, verrà ricordato come eroe della manifestazione il portiere Barry, ma bisogna sottolineare che durante le precedenti cinque partite la porta degli Elefanti era stata difesa da Gbohouo. Nel pacchetto arretrato figurava gente come Kolo Tourè del Liverpool e la stellina Serge Aurier, terzino in forza al Paris Saint Germain. A centrocampo impossibile non citare Yaya Tourè (6 parite e 1 gol per il giocatore del Manchester City), ma il meglio era nel reparto avanzato.
Un attacco composto da Wilfried Bony, l’esterno Gradel, il romanista Gervinho e il suo nuovo compagno di squadra Seydou Doumbia è di tutto rispetto. Alla guida della nazionale il CT francese Hervé Renard, che già nel 2012 (sempre in Guinea Equatoriale) si era laureato campione d’Africa con lo Zambia.
Le stelle della Coppa d’Africa
Tra i giocatori più attesi c’erano senza dubbio i già citati Gervinho e Yaya Tourè, ma anche il ghanese Ayew (autore di tre gol nella manifestazione) e l’attaccante del Borussia Dortmund Aubameyang, anche se il suo Gabon si è fermato dopo le tre partite dei gironi. Mbokani, attaccante della Dynamo Kiev, coni suoi tre gol ha trascinato il Congo sul gradino più basso del podio insime al suo collega di reparto Thievy (tre gol anche per lui).
In vetta alla classifica marcatori, sempre con tre gol si trovano il tunisino Ahmed Akaichi e il padrone di casa Balboa. Questa edizione, in linea con le ultime, è stata penalizzata secondo alcuni esperti del settore dall’eccessivo tatticismo importato dai tecnici europei e dagli stessi giocatori, la maggior parte dei quali milita in squadre del vecchio continente. Alcuni rimpiangono i vecchi tempi in cui la Coppa d’Africa era una manifestazione di puro divertimento.
L’albo d’oro
Con la vittoria di questa edizione della Coppa d’Africa, la Costa d’Avorio si piazza accanto alla Repubblica Democratica del Congo al quinto posto dell’albo d’oro con due successi. Ecco la classifica dei Paesi più titolati:
- Egitto, 7 successi
- Ghana e Camerun, 4 successi
- Nigeria, 3 successi
- RD Congo e Costa d’Avorio, 2 successi
- Etiopia, Sudan, Repubblica del Congo, Marocco, Algeria, Sudafrica, Tunisia e Zambia, 1 successo.