L’incordatura della racchetta da tennis rappresenta una scelta fondamentale per ogni giocatore e deve configurarsi come il giusto equilibrio tra
- struttura
- tensione
- calibro
L’incordatura varia a seconda delle capacità e del gioco del tennista: vediamo nel dettaglio come scegliere l’incordatura della racchetta.
Come scegliere l’incordatura della racchetta: giocabilità e durevolezza
Alcuni tennisti preferiscono un piatto corde fermo e deciso, altri prediligono un’incordatura più morbida e confortevole. A livello di giocabilità, la corda adatta è quella che recupera rapidamente la propria posizione dopo l’impatto con la pallina. Ma è piuttosto complesso avere una racchetta che unisca alla capacità elastica una grande durevolezza.
Un piatto resistente e con un calibro maggiore dura inalterato per un maggior numero di ore di gioco, tuttavia risulta meno elastico. Il calibro delle corde varia tra 1 e 1.5 millimetri: più la corda è sottile, migliore è l’incidenza del movimento rotatorio della racchetta sulla pallina.
I materiali
A livello di materiali, le corde realizzate in budello naturale costano di più ma hanno una resa migliore in termini di giocabilità, secondo molti tennisti. Sono di solito preferite anche da quelli che soffrono di problemi al braccio; solitamente nei piatti corde si trovano intrecciate con corde sintetiche disposte verticalmente.
Il budello naturale ha quindi un impatto positivo sul tennista che cerca una sensazione di maggior giocabilità negli scambi, per via della grande elasticità. Una corda di budello sintetico o nylon tuttavia è preferita da circa il 98% dei professionisti, poiché garantisce un soddisfacente equilibrio tra durevolezza e controllo.
Il poliestere è adatto ai professionisti e a chi tende a rompere spesso le corde, mentre è del tutto sconsigliabile ai principianti e a chi soffre di problemi al braccio. Il materiale più durevole nel tempo è il keylar, che caratterizza corde molto tese, a scapito del comfort.
La tensione
La tensione delle corde va impostata in base alle caratteristiche e alle preferenze del tennista. Una minore tensione diminuisce il controllo sulla palla ma aumenta la velocità del tiro. Un tennista potente tenderà a scegliere una tensione elevata.
Le corde sottili vengono di solito intrecciate a bassa tensione; con una tensione alta avremo un maggiore controllo; se si cerca più resistenza, meglio puntare ad un calibro maggiore.
La densità
La trama (schema) del piatto corde influisce sull’impatto tra la racchetta e la pallina. Un piatto corde aperto (poco fitto) genera più velocità e rotazione ma ha una bassa durata nel tempo.
Uno schema più fitto fa durare di più le corde, offre un maggiore controllo ma non genera benefici in termini di velocità.
- meno tensione > più potenza
- più tensione > più controllo
- trama larga > più potenza e maggiore spin
- corda elastica > meno durevole nel tempo
Il momento di cambiare o tendere le corde
Secondo alcuni tennisti che praticano più volte a settimana il loro sport preferito, le corde andrebbero verificate ogni 16 ore di gioco. Secondo altri, come regola generale per chi pratica con meno regolarità, le corde andrebbero cambiate almeno tante volte all’anno per quante volte a settimana si gioca, quindi
- se gioco a tennis una volta a settimana > cambio corde una volta all’anno
- se gioco due volte a settimana > due volte all’anno
e ovviamente tutte le volte che ci si accorge di un calo di tensione e prestazioni, o si rompe una delle corde stesse.