Per sapere come eseguire la battuta nella pallavolo, bisogna considerare la funzione di questo fondamentale. La battuta non è semplicemente l’inizio di ogni azione ma anche la premessa per impostare il punto: secondo alcuni è addirittura configurabile come la prima azione di attacco.
Come eseguire la battuta: le tecniche della pallavolo
Le tecniche di battuta si basano sulle traiettorie del pallone:
Palla veloce: il servizio veloce mette in difficoltà la prontezza dei ricevitori e si esegue solitamente con la battuta in salto
Palla flottante: il servizio flottante cerca di spiazzare gli avversari attraverso una traiettoria imprevedibile e ad effetto, che crea problemi soprattutto in fase di controllo e contenimento. La palla può raggiungere i 14 metri al secondo mentre la traiettoria può essere a corto raggio (che disturba il gioco veloce) o a lungo raggio (che allontana il ricevitore dalla zona dell’attacco).
Palla tattica: il servizio tattico presuppone la conoscenza dei propri avversari, poiché mira a colpire lacune tecniche individuali oppure a mirare zone del campo che infastidiscano l’impostazione del successivo attacco. Si può ad esempio insidiare l’imperfetto bagher laterale di un certo giocatore, oppure direzionare il tiro verso una zona intermedia tra due difensori per creare incertezza sulla competenza dell’effettivo ricevitore.
Gli obiettivi della battuta
Con una battuta è possibile:
- cercare il punto: con il servizio in salto è spesso possibile forzare per cercare la traiettoria di un punto importante, così come il flottante teso
- definire il terzo tempo: cercando di sfruttare le lacune tecniche di alcuni avversari o specifiche zone di conflitto
- eliminare un attacco: con il servizio tattico si cerca la precisione, direzionandolo ad esempio sul centrale poco abile nell’impostazione del gioco.
Legame tra servizio e muro
Tra questi due fondamentali esiste un collegamento importante: con un servizio veloce o flottante si riducono le possibilità di subire un attacco in primo tempo. Per quanto riguarda invece la palla tattica, le risposte del muro possono variare, lasciando però la possibilità di piazzare a muro il giocatore più debole sulla soluzione che vogliamo eliminare. Ecco alcuni esempi pratici:
- Il servizio mette in difficoltà il giocatore in posizione DUE che avrà quindi difficoltà ad attaccare: il muro dunque risponde con un’opzione che trascura la soluzione sul posto due dell’avversario “disattivato”.
- Una battuta tesa rende improbabile una giocata d’attacco in primo tempo: il muro quindi si posizionerà in modo da lasciare il giocatore più debole sull’eventuale (ma improbabile) primo tempo.
- Un servizio lungo vuole allontanare l’attaccante che in quel momento riceve il pallone, per impedirgli di proporsi in avanti: il muro quindi disporrà il giocatore più debole sull’eventualità che questo raggiunga (con difficoltà) la sua posizione.
Come allenare la battuta
Esistono due teorie sull’allenamento della battuta, vediamole entrambe.
- Teoria delle ripetizioni: secondo questo metodo di allenamento, il servizio migliora proporzionalmente al numero di battute provate in una sessione di allenamento (da 250 a 300 servizi).
- Allenamento sulle situazioni: questa teoria predilige che i servizi vengano provati durante sessioni che simulano il gioco. In questo caso quindi il numero di battute sarà minore, ma a vantaggio della qualità delle singole ripetizioni, che saranno più simili ad una partita vera e propria (a livello sia tattico che emozionale).
Un allenamento bilanciato dovrebbe sfruttare entrambe le teorie sul servizio, in modo da consentire anche lo sviluppo di tecniche di battuta personalizzate.