Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza su come un appassionato della boxe può diventare pugile e quale potrebbe essere la trafila da seguire per arrivare al professionismo, senza dimenticare che la strada non è facile e che, come dice una famosa canzone, “uno su mille ce la fa”.
Scegliere la palestra e l’allenatore
Il primo passo per diventare pugile è rappresentato dalla scelta della palestra: l’aspirante boxeur dovrebbe optare per palestre iscritte alla FPI, la Federazione Pugilistica Italiana, preferendole ai corsi di boxe organizzati dai centri di fitness generici. Dare un’occhiata agli iscritti (numero e livello) di “quella” palestra potrebbe essere una buona idea per crearsi un giudizio.
Di fondamentale importanza è anche la scelta dell’allenatore: fare una piccola ricerca sul suo passato sportivo e sui suoi traguardi raggiunti da preparatore sarebbe una buona cosa. Prima di prendere decisioni avventate, non bisogna temere di fare domande per conoscere al meglio il programma e il tipo di formazione a cui chi vuole diventare pugile andrà incontro: una volta iscritto, dovrà fidarsi del suo allenatore e seguire scrupolosamente le sue indicazioni.
Conoscere la boxe e iniziare gli allenamenti
Prima di lanciarsi sugli allenamenti forse sarebbe meglio crearsi un minimo di “cultura pugilistica”, cercando di imparare qualche termine, almeno quelli necessari per poter capire al volo di cosa si sta parlando in palestra.
Quando inizieranno gli allenamenti, l’istruttore si preoccuperà di insegnare le mosse base del pugilato, ma si concentrerà anche su abilità “secondarie” come ad esempio la resistenza e l’agilità. Il programma d’allenamento andrà seguito con costanza e, in media, il futuro pugile dovrà affrontare quattro sedute a settimana di almeno un’ora (a cui andrebbero aggiunto lo stretching: trenta minuti prima e trenta minuti dopo l’allenamento). Uno schema di allenamento tipico è costituito da 20 minuti di flessioni e addominali, 20 minuti di cyclette e mezz’ora di corsa, seguiti da salti alla corda (10 minuti) e altri dieci minuti di sparring con il sacco o con un “collega”.
L’importanza dell’alimentazione
Ovviamente, chi vuole diventare pugile deve seguire un’alimentazione adeguata: la preparazione fisica da sola non basta, bisogna seguire in modo scrupoloso una dieta o un programma nutrizionale basati su un elevato contenuto di proteine sane e carboidrati (senza dimenticare i grassi salutari, presenti ad esempio in olio d’oliva e noci). Tra i cibi che non possono mancare indichiamo:
- pollo
- pesce
- uova
- frutta e verdura.
Iniziare la carriera da pugile dilettante
Quando gli allenamenti avranno portato l’atleta al giusto livello, si può iniziare a fare un po’ di esperienza, iscrivendosi magari ad un circolo dilettantistico (sono indicati sul sito della FPI). Il nuovo pugile viene inserito in una categoria in base al peso e all’età e nei combattimenti, in quanto dilettante, deve indossare il casco.
Dopo una serie di incontri si possono anche aprire le porte per il campionato italiano. Da questo punto in poi la strada per diventare pugile professionista non è molto lunga e diventa importante la figura del manager, che deve essere in grado di trovare gli sponsor giusti e gli incontri. L’ultimo step è l’iscrizione come pugile professionista alla Federazione Pugilistica Italiana: il tesseramento è possibile solo dopo il compimento dei 18 anni e solo se si possiedono dei determinati requisiti tecnici. Il pugile professionista si sottoporrà a visite mediche e accertamenti che verranno ripetuti ogni 6 mesi.